Cernobbio 2018, pochi i politici: un bene?

Il lago di Como e lo splendida location di Cernobbio come da consuetudine hanno fatto da cornice al Forum primaverile di Confcommercio, su cui da poco si sono spenti i riflettori.

Una edizione atipica che ha visto per la prima volta in decenni una scarsa presenza di politici, impegnati negli stessi giorni in difficili trattative per l’elezione dei Presidenti di Camera e Senato e per trovare una maggioranza che consenta l’operatività ad un nuovo esecutivo.
“Forse per questo – afferma Dario Bossi, Vicepresidente ANCRA – l’analisi delle problematiche legate al paese ha potuto essere schietta e quindi dare spunti molto interessanti. Ne è la prova l’ampia copertura mediatica data all’evento dalla stampa nazionale, pur senza la naturale attrattiva che sarebbe potuta derivare dalla presenza di Ministri e Sottosegretari.”
Si è parlato dell’insieme dei problemi strutturali – ormai una costante – della nostra economia e il crescente divario tra Nord e Sud. 180 miliardi di Pil rubati dai 5 problemi che attanagliano l’economia e il tessuto sociale del Bel Paese: troppa burocrazia, tasse, una sostanziale carenza di legalità e di infrastrutture e soprattutto un divario mostruoso tra Nord e Sud, con quest’ultimo molto staccato per reddito e consumi, schiacciato dalla versione più aggressiva delle problematiche e da un approccio politico che spesso è stato orientato alla raccolta di consensi di breve periodo, senza un vero e proprio programma di rilancio pluriennale.
In tutto questo un raggio di luce arriva dal settore del turismo: dalla ricerca “Il valore del turismo in Italia”, realizzata da Confturismo-Confcommercio, emerge che il numero di turisti in arrivo dall’estero nel nostro Paese è in costante crescita (sono stati 60 milioni nel 2017, il 5,2% rispetto al 2016, e tra il 2007 e il 2017 c’è stato un +40% di arrivi e un +30% di presenze), nell’ultimo decennio il settore è cresciuto di circa 3 miliardi e mezzo di euro, registrando il maggiore incremento percentuale in termini di valore aggiunto (+6,8%), mentre l’economia italiana ha perso 73 miliardi di euro, di cui ben 67 miliardi a carico di industria e costruzioni).
Infine, occorre ricordare uno dei nodi che stanno venendo al pettine, e che il prossimo esecutivo dovrà affrontare con la massima priorità: “come sostiene il nostro presidente Sangalli – continua Bossi – un aumento dell’IVA sarebbe estremamente dannoso per il commercio, andando ad impattare sui consumi senza distinzioni. Qualunque sia la maggioranza che si prenderà la responsabilità di governare questa bomba a orologeria va assolutamente disinnescata, senza però rivalersi incrementando la pressione fiscale sulle imprese”.
Foto: Avvenire.it
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